Come Funzionano i Giocattoli Spia
Ormai siamo in un mondo dominato da internet, la tecnologia ha invaso le nostre vite e quelle dei più piccoli, esistono infatti in commercio robot che si collegano ad internet, orsetti di peluche che parlano e rispondono alle domande dei bambini e altro ancora.
Come funzionano i Giocattoli Spia
In questo articolo vi parlerò dei cosiddetti giocattoli spia, i produttori li chiamano anche giocattoli smart, ma sono delle vere e proprie spie in casa.
La tecnologia ha conquistato le vite di tutti noi e non c'è un momento della nostra vita quotidiana che non stiamo in contatto con essa, il mercato tecnologico ci mette a disposizione cucine connesse ad internet, luci programmabili, frigoriferi intelligenti che interagiscono con il proprietario tramite apposite app scaricate su smartphone, e ormai sempre più spesso anche giocattoli smart che sono in grado di ascoltare le domande dei più piccoli e dialogare con loro fornendo delle risposte sensate.
Sono quelli che i produttori chiamano smart toys, ovvero giocattoli intelligenti, ma quanto sono sicuri?
Andiamo a vedere di cosa si tratta, bisogna partire da un presupposto: questi giocattoli hanno quasi sempre un collegamento a internet, nel caso della bambole che rispondono alle domande dei bambini, hanno un microfono integrato che serve per ascoltare e una linea diretta con i server del produttore verso i quali trasferiscono la voce registrata.
Questa voce viene elaborata dai software di riconoscimento vocali, in modo da capire le domande e poter dare le risposte. Quindi si tratta di dispositivi che aprono un canale fra la cameretta dei nostri bambini e il mondo esterno. Dovrebbe essere un gioco sicuro, ma sappiamo bene che anche i sistemi super criptati di banche e grandi multinazionali vengono violati regolarmente. La domanda che dobbiamo porci allora è questa: è davvero possibile che gli smart toys siano più sicuri delle banche?
Ultimamente sta destando molto scalpore il caso di Genesis Toys, un produttore che ha messo in commercio due giocattoli interattivi: il robot I-QUE e la bambola Cayla, che hanno scatenato le reazioni delle associazioni per la tutela della privacy.
Ma vediamo di cosa si tratta, i due giocattoli, come abbiamo detto prima, mandano la voce dei bambini ai server dell'azienda che si occupano del riconoscimento vocale, ma non solo.
L'azienda in questione che fornisce questa tecnologia è Nuance, produttrice del famosissimo Dragon Naturally Speaking.
Gli esperti di sicurezza di G-Data, fanno notare che uno dei punti su cui bisogna fare molta attenzione riguarda l'uso che Nuance fa di questi dati, sembrerebbe infatti che le informazioni raccolte, possano essere usate per attività di marketing e pubblicità. Come si può ben capire tutto questo non può essere fatto perché non è lecito utilizzare informazioni riguardanti dei minori per questi scopi.
Il problema è stato portato all'attenzione dei giudici che dovranno esprimersi sulla faccenda. Volendo fare un commento credo che si tratti di una questione di buonsenso, oltre allo scottante tema della sicurezza, chiediamoci quanto è sano dare in mano ai bambini una bambola che parla e fornisce delle risposte che arrivano da internet, e poi chiediamoci anche se ci sta bene il fatto che in un server americano siano memorizzate tutte queste informazioni e che qualcuno possa essere interessato a metterci le mani.
La tecnologia ha conquistato le vite di tutti noi e non c'è un momento della nostra vita quotidiana che non stiamo in contatto con essa, il mercato tecnologico ci mette a disposizione cucine connesse ad internet, luci programmabili, frigoriferi intelligenti che interagiscono con il proprietario tramite apposite app scaricate su smartphone, e ormai sempre più spesso anche giocattoli smart che sono in grado di ascoltare le domande dei più piccoli e dialogare con loro fornendo delle risposte sensate.
Sono quelli che i produttori chiamano smart toys, ovvero giocattoli intelligenti, ma quanto sono sicuri?
Andiamo a vedere di cosa si tratta, bisogna partire da un presupposto: questi giocattoli hanno quasi sempre un collegamento a internet, nel caso della bambole che rispondono alle domande dei bambini, hanno un microfono integrato che serve per ascoltare e una linea diretta con i server del produttore verso i quali trasferiscono la voce registrata.
Questa voce viene elaborata dai software di riconoscimento vocali, in modo da capire le domande e poter dare le risposte. Quindi si tratta di dispositivi che aprono un canale fra la cameretta dei nostri bambini e il mondo esterno. Dovrebbe essere un gioco sicuro, ma sappiamo bene che anche i sistemi super criptati di banche e grandi multinazionali vengono violati regolarmente. La domanda che dobbiamo porci allora è questa: è davvero possibile che gli smart toys siano più sicuri delle banche?
Ma vediamo di cosa si tratta, i due giocattoli, come abbiamo detto prima, mandano la voce dei bambini ai server dell'azienda che si occupano del riconoscimento vocale, ma non solo.
L'azienda in questione che fornisce questa tecnologia è Nuance, produttrice del famosissimo Dragon Naturally Speaking.
Gli esperti di sicurezza di G-Data, fanno notare che uno dei punti su cui bisogna fare molta attenzione riguarda l'uso che Nuance fa di questi dati, sembrerebbe infatti che le informazioni raccolte, possano essere usate per attività di marketing e pubblicità. Come si può ben capire tutto questo non può essere fatto perché non è lecito utilizzare informazioni riguardanti dei minori per questi scopi.
Il problema è stato portato all'attenzione dei giudici che dovranno esprimersi sulla faccenda. Volendo fare un commento credo che si tratti di una questione di buonsenso, oltre allo scottante tema della sicurezza, chiediamoci quanto è sano dare in mano ai bambini una bambola che parla e fornisce delle risposte che arrivano da internet, e poi chiediamoci anche se ci sta bene il fatto che in un server americano siano memorizzate tutte queste informazioni e che qualcuno possa essere interessato a metterci le mani.
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